giovedì 7 giugno 2007

NANA', UNA RAGAZZA CHE ALZA LA VOCE DA UNO STUDIO PENALE DOPO AVER VISSUTO COI FIGLI DEI BOSS TRA I BANCHI DI SCUOLA

Ho 24 anni, studio legge e lavoro in uno studio penale di Napoli. Qui mi sono resa conto che quello che porta Napoli a questo non è l'omertà ma l'esigenza di vivere. Davanti mi sono capitati ragazzini che mi dicevano che i genitori erano in carcere e loro per mangiare facevano i cavalli di ritorno con i motorini e la cosa più sconvolgente è che si tratta di ragazzi appena 13 enni, invece un ragazzo mi disse che aveva fatto la rapina(50euro) perchè aveva conosciuto una ragazza che gli piaceva e voleva offrirle una pizza. Io sono sempre vissuta nella Napoli bene, nel salotto di Napoli e quindi non posso capire cosa scatta in testa ad un ragazzino che ad un angolo di una strada faccia il palo a chi spaccia droga o ad un ragazzino che ribi un motorino per poi far un cavallo di ritorno. Quando davanti ti trovi un ragazzino che potrebbe essere tuo fratello più piccolo che ti dice quelle cose, rabbrividisci e capisci che la legge spesso è troppo nozionistica e troppo arida e nessuna fattispecie legale potrà mai regolamentare un fatto simile Tu cosa gli avresti detto a quel ragazzino? Nulla, in quel momento mi spiazzò. Quando ero piccola ero in una scuola privata, in seconda o terza media, nella mia classe c'era Roberto Stolder, figlio dei famosissimi Stolder di Forcella. Siamo cresciuti insieme, quasi tutte le classi frequentate insieme, ero piccola ma ricordo di un suo tema, dove la traccia consisteva nel parlar dei propri genitori e in cosa avresti voluto far da grande: lui scrisse che era già grande, un padre in carcere ma anche una madre ma lui come tutti i ragazzini amava il padre anche se sapeva cosa facesse. Lo amava e lo apprezzava perchè gli diceva che da grande lui non doveva seguir le sue orme, doveva studiare e laurearsi in ciò che lui era maggiormente portato. Pochi anni fa lo rincontrai a Forcella io andavo per lavoro, lui era in una officina meccanica, inizialmente non ci conoscemmo poi si avvicinò e mi disse solo: "Hai continuato gli studi, sei bella con questa borsa, io sono sempre qui ma sono onesto". Capii che aveva abbandonato tutto ma che comunque aveva seguito il consiglio del padre Mi è capitato di conoscere molti figli dei boss perchè la mia scuola, non so perchè, era frequentata da loro: Stolder, Giuliano, Siciliano, Polverino e altri.... In classe con me, al Liceo classico Santa Dorotea a Via Petrarca poi trasferita al Sacro Cuore in Corso Europa, c'era Sasy della Torretta e Titty di Santa Lucia, rispettivamente figli dei boss Siciliano (il padre Zitore uno dei più grossi usurai di Napoli) e Potenza ma ti assicuro erano bravi ragazzi. Questo ti insegna a non pensar in maniera unilaterale ma in maniera multilaterale. Loro uscivano con noi, certo il loro tenore di vita era altissimo anche rispetto al mio, ma comunque loro erano molto semplici: ad esempio se mio padre mi dava quelle 20 mila lire per uscire, loro ne avevano 80 ma tutto era tranquillo, eravamo uguali All'età di 9 anni andai ad una festa di Roberto Stolder, ne eravamo pochissimi perchè le mamme si mettevano paura ma cmq io c'ero, Roby era contentissimo ricordo. I discorsi più frequenti erano quelli sul calcio, sui vestiti firmati, sul cinema,la scuola e lo studio. Non sentivo mai parlare di omicidi, droga e altro marcio che sta rovinando questa società. Poi mi capitò che mi innamorai di un ragazzo che spacciava droga ma io non lo sapevo, perchè lo avevo conosciuto all'Edenlandia I miei mi cacciarono anche di casa, mi mandarono dai miei zii fuori Napoli perchè non volevo lasciarlo, ma lui era troppo bello e volevo stare con lui. Lui era entrato già da piccolo in un giro malato a Forcella, spacciava a Via dei Tribunali, la quale gli dava tantissimi soldi ma poi non è riuscito ad uscirne fuori, fin quando non gli spararono ad una gamba, la quale colpirono di striscio. Tutto questo avvenne otto anni fa, quando io ne avevo sedici e lui ventidue. Lui era molto più grande di me, mi diceva che ne aveva 22 ma l'anno scorso tramite un caso, ho scoperto che ne aveva 11 in più a me. La differenza che noto tra un bambino della Sanità e un bambino del Vomero è quella che il primo nasce già grande mentre quello del Vomero vive la sua infanzia a tappe. Il bimbo di Napoli conosce realtà che mai potrà sapere quello di Milano spesso sono molti più aggressivi proprio per questo. CARISSIMI AMICI, MI E' PIACIUTO MOLTO IL RACCONTO DI QUESTA RAGAZZA RICCA DI VALORI CHE VIVE A MELITO DI NAPOLI. VE L'HO PROPOSTO COSI' COME RACCONTATO DA LEI, SENZA RECINSIONI E CANCELLATURE. COME AVETE POTUTO LEGGERE E' UNA MISCELA DI PENSIERI E MODI DI VEDERE. IL SENTIMENTO CHE PROVA PER LO SPACCIATORE FINO ALL'ARRESA PER AMORE ED ESSER SBATTUTA FUORI DI CASA. RACCONTI DI QUEI MOMENTI COI FIGLI DEI BOSS CHE SOPRATTUTTO OGGI STANNO FACENDO SENTIRE LA LORO VOCE, VISSUTI TRA I BANCHI DI SCUOLA IN QUEL LICEO CLASSICO. BRAVA NANA', HAI UNA BELLISSIMA VISIONE DELLA REALTA', NON TI INDIGNI E NON TI ESALTI, LOTTI PER QUEL MINIMO DI LEGALITA' CHE POSSA BASTARE IN UN AMBIENTE POCO CIVILE. BELLISSIMO ANCHE QUANDO DICI CHE TE SEI UGUALE AL FIGLIO DEI GIULIANO, DEI SICILIANO, DEI POLVERINO E DEGLI STOLDER E CHE UN ETICHETTA DI STAMPO CAMORRISTICO NON CAMBIA LA VITA DEGLI ALTRI MA RIMANE IMPRESSA NELLE SINGOLE COSCIENZE DEL MALE.

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