venerdì 23 febbraio 2007
NAPOLI, 16 GENNAIO 2007
Il ragazzo era con gli amici quando è scoppiata la lite davanti ad un benzinaioMorto per una coltellata al cuore. Il presunto omicida: "Non volevo ammazzarlo"
Napoli, ucciso 16enne incensuratoQuindicenne arrestato per l'omicidio.
Una coltellata al cuore. Così è morto Luigi Sica, un ragazzo di 16 anni a Napoli, ucciso da un coetaneo. Una lite banale finita nel sangue la notte scorsa davanti al benzinaio di via Santa Teresa degli Scalzi. Ciro P., 15 anni a luglio, è stato arrestato con l'accusa di omicidio: "Ma non volevo ucciderlo", ha detto ai poliziotti. Abita nel rione Materdei, è figlio di persone perbene, fa il meccanico in una piccola officina della città. Luigi era figlio di un muratore, 16 anni compiuti a luglio, aveva un piccolo lavoro in una pelletteria e una grande passione per il calcio. Luigi giocava come difensore in una squadra dilettantistica del suo quartiere, aveva una vera e propria passione per Fabio Cannavaro, ma tutti lo chiamavano "Maradona". Anche ieri sera, dopo il lavoro, era andato ad allenarsi; poi, dopo cena, aveva salutato la madre ed aveva raggiunto gli amici. Nella notte, accompagnato dal padre, visibilmente sconvolto dall'accaduto, C.P si è presentato in questura e agli agenti della squadra mobile ha fornito la sua ricostruzione dei fatti. Ha detto che era in sella a un ciclomotore quando sarebbe stato apostrofato da un gruppo di ragazzi, tra i quali vi era Luigi Sica e invitato ad allontanarsi. Il quindicenne ha raccontato di aver preso un paio di schiaffi dal gruppo in cui c'era anche la vittima. Quindi è andato via ed è ritornato poco dopo armato di coltello e in compagnia di un amico: la lite è ripresa e il giovane ha colpito mortalmente Sica. Una morte assurda che ha distrutto due famiglie, umili ma oneste - sia quella della vittima che quella del presunto assassino - e che ha riacceso le polemiche sulla sicurezza in città. Ci si interroga sulle cause di queste esplosioni di violenza e non manca chi sollecita nuovamente l'adozione di misure straordinarie: il presidente del tribunale per i minorenni, Stefano Trapani, insiste nel chiedere forme di tolleranza zero, dall'abbassamento dell'età imputabile a un vero e proprio coprifuoco per i minori non accompagnati.
Sia la vittima che l'aggressore, dopo aver conseguito la terza media, avevano scelto di andare a lavorare. Luigi era impiegato in un laboratorio di pelletteria della zona ma sognava di fare il calciatore. L'aggressore, invece, che lavorava saltuariamente in una pizzeria, viene descritto come un ragazzo tranquillo. Insomma, tutti e due erano alla larga da cattive amicizie. Il padre della vittima, Ciro Sica, non riesce a darsi pace: chiede giustizia. "Mio figlio non c'è più - dice tra le lacrime la madre - devono pagarla, devono dargli l'ergastolo a quello lì. Luigi era un bravo ragazzo, non ha mai fatto male a nessuno". Tra le lacrime continua a gridare il suo dolore: "I responsabili devono andare in carcere ed anche i genitori devono provare lo stesso dolore che stiamo provando noi. A Napoli non c'è giustizia quella giustizia che dovrebbe evitare che accadano episodi simili. Non posso pensare al letto di Luigi vuoto". Neppure si conoscevano la vittima e il suo assassino: appartenevano a due compagnie diverse che però si incontravano nella stessa piazza del quartiere. La sfida per uno sguardo di troppo, una parola maldetta. Luigi è crollato a terra tra gli amici terrorizzati e Ciro che scappava con il coltello insanguinato ancora stretto in pugno. Non è stata una caccia difficile quella al giovanissimo assassino: è stato arrestato qualche ora dopo l'omicidio.
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